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PER CAMBIARE IL PAESE

Fermare le fabbriche e bloccare l’Italia non ci aiuta ad uscire dalla crisi

 MIGLIORARE JOBS ACT e STABILITÀ

I provvedimenti del governo si devono migliorare: le nostre proposte

 LA CISL SI MOBILITA

Dopo i presidi e le manifestazioni nelle principali città d’Italia la Cisl organizza   tre grandi assemblee dei delegati

di tutti i settori del lavoro e dei pensionati con un unico obiettivo: sostenere le proposte della Cisl per migliorare il Jobs Act e la Legge di Stabilità 2015. 

Sud: 1 dicembre Napoli  –  Centro: 2 dicembre Firenze  –  Nord: 4 dicembre  MILANO

 

PERCHÈ DOBBIAMO CAMBIARE IL PAESE

In questi sei anni di crisi abbiamo perso migliaia di imprese, specie manifatturiere, bruciato milioni di posti di lavoro e consumato milioni di ore di Cig. Quattro governi si sono succeduti, sostenuti da varie maggioranze. Ma il Paese non riparte: siamo fermi. L’Italia non soffre di un male passeggero: ha bisogno di cambiare.

Ecco perché sosteniamo le riforme istituzionali, la semplificazione della Pubblica  Amministrazione (meno burocrazia e sprechi) e la lotta ai grandi mali sociali: corruzione, evasione fiscale e criminalità organizzata.

Le risorse finanziarie vanno indirizzate in primo luogo a rimettere in moto sviluppo ed occupazione.

Il sindacato deve accompagnare questo cambiamento per garantire che si realizzi rapidamente mantenendo però un Paese solidale, attento ai più deboli, fondato sul lavoro.

 

I NOSTRI TRE NO! ALLO SCIOPERO GENERALE

  1. Abbiamo organizzato decine di scioperi generali. Ma ci siamo sempre rifiutati di aderire a scioperi politici come è quello del 12 dicembre.
  1. Lo sciopero generale si fa infatti su obiettivi precisi, non per protestare ma per ottenere concreti risultati. Quello del 12 è solo protesta e non ci porterà nulla in più.
  1. Con lo sciopero ci rimettono i lavoratori, i cittadini (che si trovano i servizi bloccati) e le imprese (che perdono produzione). Non sono questi i nostri avversari.

 1° DICEMBRE SCIOPERO DEI LAVORATORI PUBBLICI

Il governo non ha dato disponibilità ad aprire le trattative per rinnovare i contratti del lavoro pubblico, scaduti da anni. Per questo, le Federazioni di settore della Cisl hanno proclamato sciopero per il giorno 1 dicembre. La richiesta è una e ben chiara: vogliamo il nuovo contratto di lavoro.

 STABILITA 2015 E  JOBS ACT VANNO MIGLIORATI

In queste settimane stanno arrivando a traguardo due leggi fondamentali per la crescita ed il lavoro.

Sono la Legge di Stabilità 2015 ed il Jobs Act. La Cisl ha affrontato queste scadenze con il metodo di sempre: analisi attenta delle norme di legge, valutazione negativa o positiva rispetto agli interessi dei lavoratori dipendenti e dei pensionati, proposte per modificare e migliorare le parti che non vanno bene, confronto con le forze parlamentari, pressione sul governo perché dialoghi costruttivamente

con il sindacato. Con questo metodo abbiamo già ottenuto significativi miglioramenti sulla legge di

Stabilità e importanti impegni per il Jobs Act. Noi vogliamo insistere su questa strada. Senza cercare un inutile e dannoso scontro, ma senza cedimenti, facendo chiarezza, per il bene del lavoro.

 MENO BALLE SULL’ARTICOLO 18

L’articolo 18 è una cosa molto seria ma, come al solito, su questo tema si è voluto sollevare un polverone.

I fatti:

  • Il primo è che si prevede una sospensione dell’art.18 (la reintegra nel posto di lavoro) solamente per i lavoratori assunti con contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti. Non quindi per i lavoratori già occupati.
  • Il secondo è che questa sospensione, anche grazie alla pressione esercitata dalla Cisl, è stata limitata ai casi di licenziamento per motivi economici e in alcuni tipi di disciplinare. La Cisl chiede che questa  sospensione sia temporanea.

 

STABILITÀ 2015

Condividiamo l’azione del governo per sbloccare la politica di austerity imposta dall’Unione Europea che impedisce ai Paesi in difficoltà di impegnare risorse per investimenti pubblici utili a rilanciare l’economia e l’occupazione. Riconosciamo che nella legge di Stabilità l’obiettivo principale è quello di favorire nuove assunzioni e di distribuire risorse allefasce sociali più deboli. Alcuni provvedimenti sono però in contraddizione con questi obiettivi e noi vogliamo che vengano cambiati.

 

  • Alla riduzione dell’IRAP alle imprese: è una tassa proporzionale al numero degli occupati e quindi può agire in modo negativo verso le assunzioni.
  • Alla riduzione dei contributi a carico delle imprese per le nuove assunzioni con contratto a tempo indeterminato: favorisce i contratti di lavoro più stabili.
  • Al bonus 80 euro che viene confermato e diventa detrazione fiscale. Noi continuiamo a chiederne l’estensione anche ai pensionati e agli incapienti.
  • Al finanziamento dei fondi per la non autosufficienza, l’infanzia, le scuole, la riforma del Terzo Settore.
  • Alle risorse destinate al settore dei trasporti.
  • Al regime forfettario per le partite IVA (a condizione che si operi contro le false partite IVA).
  • Al credito d’imposta per le aziende che investono nuove risorse per la ricerca e l’innovazione.
  • All’ecobonus con la proroga a tutto il 2015 delle detrazioni fiscali (50 e 65%) per i lavori di ristrutturazione che favoriscono il risparmio energetico e la messa in sicurezza sismica, per l’acquisto di elettrodomestici.
  • Al finanziamento del fondo per la famiglia compresa la Social Card e al contributo figli maggiorato per le famiglie più a basso reddito.
  • Alla opportunità per i Comuni che si fondono di uscire per 5 anni dal patto di stabilità: meno amministratori e più risorse per i cittadini.
  • Al piano per le infrastrutture (ferrovia, strade, porti) di 6,5 miliardi che si aggiungono ai 4 dello Sblocca Italia: molte di queste opere riguardano direttamente il Veneto.

DA MIGLIORARE

  • Più risorse per gli ammortizzatori sociali: la riforma va adeguatamente finanziata (vedi Jobs Act).
  • Più risorse per le agevolazioni fiscali e contributive sul premio di produttività: quelle attualmente disponibili non sono sufficienti per gli accordi che saranno sottoscritti nel 2015.
  • I tagli dei trasferimenti a Regioni, Province e Comuni: vanno fatti in modo tale che non penalizzino i servizi di primario interesse sociale come la Sanità, l’assistenza sociale, la salvaguardia ambientale.
  • La lotta all’evasione fiscale: le entrate previste sono ancora modeste.
  • La quantità delle risorse finanziarie stanziate per la riforma degli ammortizzatori sociali.

NO

  • Alla possibilità di anticipo in busta paga di una parte del Tfr. Il Tfr va destinato alla previdenza complementare e comunque la tassazione applicata è penalizzante per il lavoratore.
  • Alla maggiore tassazione dei rendimenti dei Fondi Pensione (dal 11,5 al 20%): va a incidere in modo consistente sulla futura pensione complementare. Il governo non può manomettere con questi due provvedimenti la previdenza integrativa e cioè il futuro pensionistico di gran parte dei lavoratori di oggi.
  • Al taglio dei finanziamenti ai patronati: la tutela deve rimanere gratuita e alla portata di tutti. In più lo Stato risparmia sui costi della Pubblica Amministrazione.
  • Alla mancanza di risorse per il rinnovo dei contratti nazionali di lavoro dei dipendenti pubblici.

JOBS ACT

La Cisl è favorevole ad un ulteriore intervento di riforma delle regole del lavoro che abbia come finalità: favorire il lavoro a tempo indeterminato e contrastare le forme di lavoro precario, estendere a tutti i lavoratori il diritto agli ammortizzatori sociali, incentivare le assunzioni ed avere finalmente un sistema di collocamento efficace. Dobbiamo dare un buon lavoro a milioni di disoccupati. Il Jobs Act in discussione è solo una cornice (legge delega) e noi manterremo alta l’attenzione sui successivi decreti attuativi del governo.

  • Al contratto a tempo indeterminato con tutele crescenti (alcuni diritti vengono acquisiti dal lavoratore dopo un periodo di tempo di lavoro in azienda- vedi Articolo 18).
  • Agli sgravi contributivi per le assunzioni a tempo indeterminato (vediStabilità 2015).
  • Alla costruzione di una Agenzia Nazionale per l’Occupazione che, mettendo in sinergia il pubblico (Centri per l’Impiego) e le agenzie private, dia finalmente vita ad un sistema di collocamento funzionante.
  • Al codice semplificato del lavoro: regole più semplici e chiare sono un bene per tutti, lavoratori e imprese. Basta con cause del lavoro che vanno avanti per anni e sentenze che dicono tutto e il suo contrario.
  • Alla estensione della indennità di maternità a tutte le lavoratrici.
  • Ai provvedimenti per facilitare la conciliazione lavoro e famiglia.
  • Ai provvedimenti per incentivare il lavoro delle donne.
  • All’ampliamento del ricorso ai Contratti di Solidarietà, compresi quelli espansivi (meno orario e nuove assunzioni).

DA MIGLIORARE

  • Il periodo di copertura dell’ASPI va allungato 24 mesi, senza però ridurre la durata della Cig.
  • Il sistema di ammortizzatori sociali che deve tutelare tutti i lavoratori, senza esclusioni. In particolare con l’estensione definitiva della Cassa Integrazione Guadagni (basta con la precarietà della Cig in deroga).
  • Il superamento di alcune forme di lavoro che generano solo precariato: contratti di collaborazione e di associazione in partecipazione, false Partite IVA.
  • La possibilità di ricorrere alla Cig Straordinaria nelle aziende che chiudono ma dove subentra un nuovo imprenditore per rilevare, in toto o in parte, l’attività produttiva ed il personale. 

 trovate i volantini    QUI  –  QUI  e  QUI

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