5 febbraio 2021 – “Domani ricorre la Giornata Internazionale contro le Mutilazioni Genitali Femminili (MGF), una grave forma di violenza che affligge donne e bambine in tutto il mondo e dalla quale, purtroppo, il nostro Paese non è esente.
Anche se negli ultimi anni abbiamo assistito ad una graduale diminuzione di questo fenomeno per effetto di una campagna educativa pressante, il COVID-19 rischia di vanificare i risultati finora raggiunti, sia a causa delle interruzioni di molti programmi di prevenzione sia a causa delle limitazioni imposte dall’attuale pandemia”. Lo dichiara in una nota la Segretaria confederale della Cisl, Daniela Fumarola, alla vigilia della Giornata Internazionale contro le Mutilazioni Genitali Femminili. “Un’indagine effettuata dall’Università di Milano Bicocca- sottolinea Fumarola- ha accertato che in Italia le donne che hanno subito mutilazioni genitali femminili sono 85-90 mila, di cui 5-7 mila minorenni e le bambine ancor oggi a rischio sono circa 5 mila. Tutta la comunità internazionale ha il dovere civile e morale di offrire il proprio contributo per porre fine alle MGF, un traguardo che l’ONU ha opportunamente inserito tra gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (Goal 5 target 5.3) dell’Agenda 2030. La CISL e l’ANOLF sono da sempre in prima linea per prevenire e contrastare questa aberrante pratica che mette a rischio la salute fisica, psichica e sessuale delle vittime, spesso bambine in tenerissima età”. “Anche quest’anno, pertanto- conclude Fumarola- promuoviamo la campagna di sensibilizzazione “MGF – Mutilazioni Giunte alla Fine” per ribadire come queste pratiche costituiscano un’inaccettabile violazione dei diritti umani ed una forma estrema di discriminazione di genere alla quale è necessario porre fine”.
da www.cisl.it