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L’ESEMPIO DI BRUNO OBOE CI RIMANE

L’espressione che più colpiva in Bruno Oboe era il sorriso. Era rafforzato dal “bere qualcosa insieme”, ed esprimeva ottimismo, spesso capace di sdrammatizzare discussioni e tensioni. Le esperienze di una vita difficile fin dalla giovinezza sono state affrontate da Bruno impegnandosi insistentemente a migliorarle.
Bruno nasce a Valdagno da una famiglia operaia il 22 novembre 1940 in piena guerra. Le difficoltà familiari aumentano quando nel 1949 il papà decide di emigrare in Argentina perché non trovava lavoro. Poi muore l’unica sorella per cui Bruno resta solo con la mamma, per tutta la vita. Comincia a lavorare a 14 anni in una officina che cromava metalli. Ci resta due anni fino a quando lo assume il Lanificio Marzotto di Valdagno.
Comincia ad interessarsi di sindacato alla Marzotto essendo una grande fabbrica con storia sindacale risalente agli anni Venti per le lotte contro i due telai. La scelta del sindacato Cisl è conseguente alla cultura non scolastica ma pratica, fondata sul cattolicesimo sociale insegnato dalle ACLI. La rafforza l’entrata nel gruppo degli scout dove si impara ad aiutare i più deboli.
Il primo ruolo sindacale inizia per Bruno con l’elezione nella SAS (Sezione Sindacale Aziendale). Era la rappresentanza sindacale complementare alla Commissione Interna. Una cultura prettamente sindacale viene fornita agli attivisti dai corsi serali in provincia di Vicenza, tenuti da formatori cislini nazionali. Viene scelto nella delegazione che tratta il rinnovo contrattuale nazionale (ccnl) dei tessili lanieri a Milano nell’inverno 1962. Riduce l’orario da 48 ore settimanali a 46.
La costruzione del bagaglio culturale cislino degli operatori sindacali avviene nel Centro Studi Cisl di Firenze. Nel 1963 partecipano due vicentini: Bruno Oboe ed Egidio Dal Cortivo. Quando la Marzotto licenzia Oboe la Cisl nazionale lo invia in sperimentazione a Piacenza per otto mesi fino a maggio 1963. Quando ritorna a Vicenza il segretario dei tessili, Italo Dotti, lo fa girare per le fabbriche.
La carriera di Oboe dipende dalla decisione cislina di applicare l’incompatibilità tra cariche politiche e cariche sindacali. Infatti danno le dimissioni da segretario generale della Cisl in successione l’on. Onorio Cengarle (nel novembre 1966), Francesco Guidolin che gli subentra e le da nel maggio 1970 (essendo candidato nelle elezioni regionali del Veneto), e Italo Dotti, candidato alle politiche del 1976.
Dal maggio 1970 Oboe viene eletto segretario dei tessili. Diventa promotore dell’unità sindacale per fronteggiare le difficoltà del settore che riduce gli occupati. Viene costituita nel 1972 la FULTA (Federazione Unitaria Tessili Abbigliamento) dopo lo scioglimento della FILTA (Federazione Italiana Tessili e Abbigliamento) della Cisl. Le confederazioni avviano la Federazione Unitaria Cisl-Cgil-Uil di Vicenza.
Da giugno 1976 Oboe viene eletto Segretario generale della Cisl vicentina. Affronta subito le conseguenze del terremoto (6 maggio) in Friuli. Ma difficile è anche controllare che non si sviluppi il terrorismo per cui sostiene l’associazionismo in contrapposizione al movimentismo.
Organizza anche gli aiuti per un altro terremoto che quattro anni dopo colpisce il meridione. Propaganda capillarmente la strategia unitaria per ridurre il costo del lavoro e sviluppare l’occupazione (cosiddetta Linea EUR decisa nel febbraio 1978). Oboe affronta anche la riforma cislina che fa avviare i comprensori. I due vicentini sono da lui ricompattati dal congresso del 1985 diventando uno solo dal 1989.
Ai profondi cambiamenti partitici e sociali degli anni Ottanta provocati dalle rivendicazioni di femministe, giovani, studenti, operai, immigrati meridionali Oboe risponde avviando nel 1982 un Ufficio Studi cislino per capire e agire. Lo fa diventare un luogo di impegno e di ricerca, un nodo di relazioni, inserendo Ilvo Diamanti, Paolo Gurisatti, Beppe Nardin, Andrea Pase e poi Rudy Tosetti, Paolo Marangon, Paolo Crestanello, Papo Chieregato, Antonio Vighi, e infine Daniele Marini e Giorgio Fon. All’inflazione galoppante degli anni Ottanta la Cisl contrappone l’accordo di san Valentino (14 febbraio 1984) che predetermina gli scatti della Scala Mobile. Lo rifiuta il PCI che promuove un referendum per abrogarlo. A Vicenza tre quarti dei votanti dicono NO. Perciò si frantuma l’unità sindacale. Così Oboe diventa l’interlocutore privilegiato per tutte le istituzioni. Tratta con il ministro delle Partecipazioni Statali Gianni de Michelis la privatizzazione delle aziende manifatturiere, favorendo il passaggio della Lanerossi al gruppo Marzotto (1987). Sul finire del decennio attiva attenzione e iniziative organizzative per rispondere ai problemi degli immigrati e dei gruppi sociali emarginati o portatori di handicap.
L’esperienza sindacale vicentina di Bruno si conclude con l’elezione a Segretario generale della Cisl veneta nel 1991. Nel nuovo ruolo affronta i problemi occupazionali provocati dalle crescenti delocalizzazioni di industrie venete al di fuori dell’Europa. Per gli artigiani promuove gli Enti Bilaterali regionali che offrono tutele agli imprenditori ed ai lavoratori. Riesce a presentare in Regione Veneto le firme per una legge di iniziativa popolare di sostegno alla non autosufficienza.
L’impegno partitico di Bruno diventa esplicito nelle elezioni del 1994 al consiglio regionale nella lista del Partito Popolare Italiano (PPI). Si scontra con Rosy Bindi sui programmi da attuare e sugli uomini e donne da impegnare in Veneto, poi deve affrontare nel 1995 la rottura del PPI con la nascita del CDU di Rocco Buttiglione. Il congresso del 1996 segna la fine dell’esperienza partitica di Oboe. Successivamente diventa presidente del Centro Logistico Intermodale CIS dal 1997 al 1999.
Questa è una concisa ma intensa biografia di Bruno, un padre del sindacalismo e della CISL, sempre ispirato ai valori della giustizia e dignità del lavoro.
Una testimonianza che non smarriremo mai!

Nota biografica curata da Livio Bortoloso 08/11/2017

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