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Articolo da “il DUBBIO” del 31/01/2020


PARLA GIGI BONFANTI, SEGRETARIO GENERALE USCENTE FNP CISL
Serve un confronto serio. Mettiamo un punto sulla questione della previdenza.

CARLO FORTE

Segretario Bonfanti, lunedi mattina c’è stato un incontro tra governo e sindacati sul nodo della previdenza. Sembra che l’esecutivo vi voglia dare ascolto.
Sì, lunedi siamo stati ricevuti dal ministro del Lavoro Catalfo per affrontare la questione del sistemaprevidenziale che sembra essere diventata oramai uno dei problemi più ostici per il nostro Paese. Purtroppo quella della previdenza è una partita che si trascina da troppo tempo, senza trovare una soluzione, e questo non solo a causa delle varie modifiche che ci sono state nel tempo in seno al sistema previdenziale, ma soprattutto per l’incapacità o il rifiuto di confrontarsi col sindacato, cosa questa che ha generato gravi ripercussioni non solo per quel che riguarda le pensioni.

Cosa intende dire? Che i mali di questo Paese sono da addebitare al fatto di non aver dato ascolto alle indicazioni che il sindacato ha cercato di dare ai vari governi che si sono succeduti negli anni?
Dico solo che ogni volta che ci si è seduti ad un tavolo parti sociali  e governo e ci si è impegnati  davvero per trovare la soluzione ad un problema pericoloso  per la tenuta del nostro sistema sociale ed economico, la si è trovata. E questo perché il sindacato conosce bene e vive  in prima persona le difficoltà dei lavoratori e dei pensionati. In quest’ultimo caso non smetterò mai di ricordare l’accordo che portò nel 2016 a riconoscere ai lavoratori la possibilità di andare in pensione prima del previsto attraverso l’Ape, e la quattordicesimamensilità ai pensionati. Sono queste
le cose che servono al Paese: confronti seri e attenti per permettere alla nostra società di progredire.

Quali sono i temi affrontati dunque col governo?
Intanto abbiamo ribadito i contenuti della Piattaforma unitaria Cgil, Cisl e Uil che riguardano la necessità di rimodulare le regole del sistema previdenziale nell’ottica di unamaggiore equità e solidarietà. Per quanto riguarda noi della Cisl, oltre a sottolineare il fatto imprescindibile che il lavoro debba essere alla base di un buon sistema previdenziale, abbiamo rimarcato l’esigenza che i risparmi derivanti da norme previdenziali siano sempre destinati alla previdenza, così come è indispensabile riconoscere le differenze esistenti a livello previdenziale visto che i lavori non sono tutti uguali.

Proprio a tale riguardo, così come avevamo già fatto tempo fa, abbiamo ribadito la necessità di dare l’avvio alle due Commissioni di studio sui lavori gravosi e sulla spesa assistenziale e previdenziale, previste nella legge di bilancio.
Per quanto riguarda in particolare noi come Fnp, federazione dei pensionati, abbiamo sottolineato la necessità di fissare regole che rimangano stabili nel tempo, dando la possibilità ai lavoratori di avere dei punti certi, come quella di andare in pensione a partire dai 62 anni senza ricalcolo contributivo e, in alternativa, con 41 anni di contributi senza limiti di età, oltre alla stabilizzazione dell’Ape sociale.
In tale contesto, un’attenzione particolare deve essere inoltre prestata alle donne, a chi svolge lavori discontinui e ai giovani, al rilancio della previdenza complementare, all’adeguatezza della rivalutazione delle pensioni e alla definizione di una legge sulla non autosufficienza. Il governo deve capire che il problema della previdenza in Italia non si risolve solo con la riforma del fisco: il problema è molto più ampio e articolato.
La rivalutazione, ad esempio, è una norma prevista dalla Costituzione. Noi abbiamo il diritto di partecipare come cittadini alla riforma fiscale, che riguarda lavoratori e pensionati, ma il problema previdenziale è proprio solamente di una categoria. Perdere questa possibilità significa rischiare di abbandonare la previdenza sostituendola con l’assistenza, e questo noi non possiamo accettarlo.

Questi per Lei sono giorni particolari visto che sta per concludersi il suo mandato da Segretario generale della Fnp, e comunque del suo impegno
quarantennale in Cisl. Cosa si augura nel futuro per il sindacato?
Io spero che si torni davvero ad un confronto serio, anche da posizioni lontanissime e con convinzioni diverse: l’importante è che esista la volontà di trovare un punto d’incontro per il bene di lavoratori e pensionati. Estremizzare lo scontro tra destra e sinistra come si sta facendo non fa altro che ridurre al minimo il valore e il significato del sindacato che è sempre stato e sempre
sarà essenziale per la vita democratica di un Paese.

«ABBIAMO LA NECESSITÀ DI FISSARE REGOLE CHE RIMANGANO STABILI NEL TEMPO, DANDO LA POSSIBILITÀ AL LAVORATORI DI AVERE DEI PUNTI CERTI, COME QUELLA DI ANDARE IN PENSIONE A PARTIRE DAI 62 ANNI SENZA RICALCOLO CONTRIBUTIVO E, IN ALTERNATIVA, CON 41 ANNI DI CONTRIBUTI SENZA LIMITI DI ETÀ, OLTRE ALLA STABILIZZAZIONE DELL’APE SOCIALE»

 

 

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