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ROVERETO_31052018 LA GRANDE GUERRA

La violenza non è il destino degli uomini,
è la NON violenza l’arma dei forti
Gandhi

Abbiamo il dovere di ricordare il Centenario della Grande Guerra: ritrovare, rinfrescare o ricomporre la memoria storica degli avvenimenti che hanno insanguinato l’Italia e l’Europa nel secolo scorso è per noi, della Fnp Sgb Cisl, un impegno categorico e un’eredità inalienabile da lasciare alle nuove generazioni.
Si sa che le MEMORIE personali e tanto più quelle di un Popolo possono essere di parte e/o parziali, interpretate spesso a proprio uso e consumo.
Con questa iniziativa comune tra le quattro realtà geografiche (Alto Adige, Trentino Veneto e Friuli Venezia Giulia) , che sono state teatro della grande Guerra e del dopoguerra, vogliamo contribuire a che le stesse memorie non siano in contrapposizione o antagoniste tra loro, ma condivise.

NO quindi alla Memoria storica selettiva, che può portare alla distorsione del significato dei fatti e dei simboli, come ad esempio l’esaltazione nazionalistica dei Sacrari /Ossari e Monumenti della Grande Guerra fatta dal Fascismo o di certi personaggi storici come CesareBattisti: eroe per gli Italiani e traditore per gli Austriaci.

alla Memoria storica attiva, che leghi il passato tragico al presente più consapevole nel’impegno delle persone e dei popoli per un futuro di Pace.La storia insegna solo a chi vuole imparare: dal tragico percorso di sangue compiuto in Europa (I/II Guerra mondiale), bisogna imparare che la violenza della guerra porta si alla vittoria di un popolo sull’altro, ma in realtà è la sconfitta per l’umanità intera.

alla Memoria intergenerazionale, condivisa in un Progetto in cui si parli ai giovani senza dare lezioni da saggi e non in nome di Valori che sono riconducibili solo al denaro, al consumo e all’immagine di sé. Ai giovani bisogna scaldare il cuore della consapevolezza, non con una storia rimossa, dimenticata, travisata e neppure studiata a scuola, ma con una storia che parta dalle vittime: persone che non possono più pensare né sperare ma solo tremare davanti allo sguardo indifferente di chi ha il potere, di chi usa violenza. Perciò abbiamo scelto di far parlare gli storici delle vittime della Guerra: la povera gente come gli sfollati, le donne e I bambini, i vecchi oltre ai soldati al fronte.

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