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Parliamo della la campagna mediatica sui cosiddetti “diritti inespressi” lanciata da alcune testate giornalistiche e programmi televisivi secondo cui circa sei milioni di pensionati, titolari di pensioni di importo basso, si vedono negare da parte degli istituti previdenziali diritti a prestazioni previdenziali o assistenziali che, al contrario, dovrebbero vedersi riconoscere “automaticamente”.

Con “diritti inespressi” ci si riferisce, in particolare, al riconoscimento all’integrazione al trattamento minimo sulla pensione, alle maggiorazioni sociali, ai supplementi, alla quattordicesima mensilità o, ancora, agli assegni al nucleo familiare, e così via; prestazioni erogabili (entro certi limiti anagrafici e di reddito) che in alcuni casi, l’istituto previdenziale, se in possesso dei redditi aggiornati del pensionato, eroga d’ufficio al compimento del requisito anagrafico mentre, il più delle volte, solo dietro “espressa” richiesta da parte dell’interessato.

Ora, come era prevedibile, la questione dei “diritti inespressi” sta creando delle false aspettative in molti pensionati, al punto che, prendendo d’assalto le strutture territoriali della FNP, del patronato INAS e del CAF CISL, lamentano la loro legittimità a percepire fino a 300,00 euro in più al mese sulla propria pensione, da parte dell’Inps.

Ancora una volta, dunque, si sta perseguendo una campagna mediatica a scapito di quelle fasce più deboli, più sensibili e vulnerabili del nostro Paese, rappresentate dai pensionati e dalle famiglie anziane.

In realtà la questione va fortemente ridimensionata, in primo luogo perché non tutti i pensionati rientrano nei requisiti (reddituali ed anagrafici) richiesti per la concessione delle prestazioni di sostegno al reddito.

Inoltre, come Organizzazione sindacale, congiuntamente all’INAS ed al CAF, abbiamo sempre sostenuto campagne per verificare la sussistenza del diritto, attraverso un servizio di consulenza, assistenza e tutela su questioni di carattere previdenziale, assistenziale e fiscale, rispondente ai bisogni individuali di tutti i pensionati e cittadini. Tutto ciò rientra nella nostra attività sindacale quotidiana nonché nell’attività istituzionale e ordinaria del nostro Patronato INAS.

Proseguendo su tale linea operativa ricordiamo che le richieste delle prestazioni di cui sopra devono essere presentate per via telematica attraverso il nostro patronato INAS e che il diritto agli eventuali arretrati relativi alla prestazione è soggetto a prescrizione quinquennale.
Ricordiamo infine che, una volta attivata la procedura amministrativa, il diritto è soggetto a decadenza triennale.

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